I nostri ritmi di vita, al giorno, sono diventati nettamente più veloci, tanto da divenire talvolta pressanti e soffocanti. Quante volte abbiamo ascoltato queste parole:
Non ho mai tempo per me!
Tante. Troppe volte questa affermazione si è fatta strada nelle nostre orecchie e spesso siamo stati noi in prima persona a pronunciarla.
Il “me time”: quanto è essenziale ritagliarsi del tempo?

Il “me time” è un’espressione di lingua inglese coniata dai nordamericani che significa “tempo per me” e fa riferimento al tempo che si riesce a dedicare a se stessi nella vita di tutti i giorni. L’espressione viene usata frequentemente dai genitori e/o dai lavoratori che, sentendosi incastrati nei loro ruoli sociali, percepiscono di star perdendo loro stessi.
Il “me time” si lega a un altro concetto, ossia il “self love” o “amor proprio”. Esso è l’amore per se stessi inteso come cura e rispetto per la propria persona. L’amor proprio è un sentimento naturale che nasce dall’istinto umano di auto conservarsi.
Il “me time” ha un’origine orientale?
Ebbene, sembrerebbe proprio di si! Il “me time” è legato ad un concetto giapponese che si indica con la parola “ma”. Il “ma” è letteralmente l’intervallo, lo spazio tra due elementi strutturali. Da un punto di vista filosofico fa riferimento al principio del vuoto, un vuoto che ha un senso ed è, per tale motivo, necessario. Pensiamo per un secondo alla musica, che non esisterebbe se non ci fossero le pause. La poesia, che lascia un vuoto, causato dalle metafore, che è necessario interpretare.
Si riduce tutto ad un hashtag?

Un vuoto che ha un senso e questo il concetto alla base del “me time”. Nel vuoto può esserci di tutto. Un bel libro, della musica, una passeggiata. Tutto ciò che ci fa essere un po’ più noi stessi in mezzo ai ruoli sociali che ogni giorno rivestiamo.
Prima di scrivere questo articolo ho fatto un po’ di ricerca sui social e ho scoperto che esiste un hashtag: #metime che raccoglie foto bellissime di persone in posa alla prese con il proprio tempo libero. Mi sono chiesta:
vogliamo davvero questo? Il nostro tempo che si riduce ad una foto su Instagram?
Se vi posso dare un consiglio: facciamo sì che il nostro vuoto abbia un senso e poi, dopo, se vogliamo, ci concediamo una foto su Instagram.
Di Costanza Maugeri
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