Cose che vorremmo trovare nell’uovo di Pasqua (oltre ai giocattoli)

di Mirko Aufiero
6 Min.

Nuovi edifici scolastici, una sanità efficiente e molto altro: le sorprese di cui avremmo veramente bisogno a Pasqua (e non solo)

Come ogni anno, in Italia appaiono ovunque uova di Pasqua in grado di attirare la gola e la curiosità dei bambini (e non solo) per il loro contenuto. Tuttavia, oltre a giocatoli e gingilli, sarebbe bello aprire il nostro uovo e trovare altri tipi sorprese, quelle di cui veramente noi e il Paese avremmo bisogno.

Stiamo parlando di nuovi edifici scolastici, un rinnovamento della sanità e molto altro, ovvero di soluzioni a quei problemi che caratterizzano l’Italia da decenni. Sono le sorprese più rare da trovare, racchiuse in chissà quale uovo, e c’è chi addirittura dubita che esistano.

Nuove scuole per un’istruzione migliore

Scuole italiane: 'inagibili' più della metà Universomamma

Uno dei grandi problemi che affligge la scuola italiana è la precarietà di molti edifici scolastici. Secondo un rapporto di Cittadinanzattiva, su 40.293 edifici scolastici più della metà non ha il certificato di agibilità (57,90%), né la prevenzione incendi (54,92%).

Di circa 10.571 edifici non si conosce nemmeno il periodo storico di costruzione, mentre i dati disponibili per gli altri stabili mostrano come il 52% di essi sia stato costruito prima del 1976.

Questi numeri evidenziano anche un divario tra Nord e Sud: le scuole del Centro e del Nord sono in media più fornite di mense e palestra rispetto a quelle del Sud (mense: 38% contro 19%, palestre 39% contro 18%). Se al Nord il 52% delle scuole è agibile, al Sud soltanto il 32% lo è.

Scarsa è anche la manutenzione, che ha interessato soltanto 3.075 edifici, circa il 7,63% del totale. Le cause di ciò vanno ricercate nella mancanza di fondi da parte dello stato, ma anche nella sottovalutazione del problema, il quale ha raggiunto l’attenzione mediatica e politica solo negli ultimi anni.

Tagli alla sanità? Nulla di nuovo

Pasqua

Tra le sorprese che vorremmo trovare ci sono ovviamente nuovi fondi per la sanità pubblica, la quale è sempre più in difficoltà per la mancanza di finanziamenti e di personale. Nel corso degli ultimi decenni i tagli al Servizio Sanitario Nazionale sono stati molteplici, trend che non accenna a fermarsi, e tali da mettere a rischio il diritto alla salute di milioni di italiani.

Sempre più, infatti, è necessario ricorrere alla sanità privata per sfuggire all’abisso delle liste d’attesa infinite. Ciò porta la diseguaglianza economica sul piano della salute, con la conseguenza che in molti scelgono di non curarsi per mancanza risorse economiche.

Per farsi un’idea sulla carenza di personale medico, basta controllare i dati diffusi da Cittadinanzattiva, secondo cui in nove regioni si registra una grave carenza di medici di famiglia, ospedalieri, pediatri e infermieri. A Bolzano c’è un cardiologo ospedaliero ogni 224mila abitanti, a Caltanissetta un ginecologo ogni 40mila e ad Asti un pediatra ogni 1813 bambini.

Ancora quel precariato…

Pasqua

Il precariato rappresenta una piaga che affligge un numero sempre più alto di lavoratori in Italia. Secondo un rapporto dell’Inapp, ben sette su dieci dei nuovi contrati stipulati nel 2021 erano a tempo determinato, in un paese dove la quota di lavoratori poveri raggiunge il 10,8% del totale.

A essere colpiti dai contratti precari sono in primo luogo i giovani, i quali sono spesso costretti a lavorare con contratti atipici e partite Iva. Al lavoro precario vanno aggiunte inoltre la mancanza di tutele e le scarse retribuzioni.

Il 46% dei giovani lavoratori e lavoratrici ritiene di essere pagato troppo poco: infatti, per 4 persone su 10 la retribuzione mensile non arriva a 1.000 euro, e solo un terzo ottiene uno stipendio tra 1.000 e 1.500 euro.

Ad aggravare la situazione c’è anche la disparità tra uomo e donna nei salari: 1.160 euro in media per gli uomini, 996 euro per le donne.

Da Palermo a Catania in 2 ore

Pasqua

In un periodo in cui si parla tanto di ponte sullo stretto, ciò che spesso ci si dimentica è l’interminabile viaggio necessario per andare da un capo all’altro della Sicilia. Fino ad oggi, infatti, per andare da Palermo a Catania sono necessarie almeno 5 ore di treno, le stesse che separano Milano da Napoli.

Tuttavia, qualcosa sembra iniziare a muoversi. La Rete Ferroviaria Italiana ha pubblicato in Gazzetta ufficiale dell’Unione europea la gara per la progettazione e la realizzazione di un nuovo lotto funzionale Fiumerto-Lercara, parte integrante del nuovo collegamento Palermo-Catania-Messina.

L’intero progetto per la nuova linea Palermo-Catania-Messina prevede un investimento complessivo di 9,3 miliardi di euro, con l’apertura di tutti i cantieri fissata entro il 2023. L’obiettivo del nuovo collegamento è rendere possibile percorrere la tratta Palermo-Catania in due ore, quasi un terzo in meno rispetto alla sua durata attuale.

Scritto da Mirko Aufiero

Fonti: Cittadinanzattiva, Il Sole 24 Ore, Ocse, Palermo Today, Wired


Le foto presenti in questo articolo provengono da internet e si ritengono di libero utilizzo. Se un’immagine pubblicata risulta essere protetta da copyright, il legittimo proprietario può contattare lo staff scrivendo all’indirizzo email riportato nella sezione “Contatti” del sito: l’immagine sarà rimossa o accompagnata dalla firma dell’autore.

Articoli Correlati