Come funziona il sistema politico degli Stati Uniti

di Mirko Aufiero
Pubblicato: Ultimo aggiornamento il 11 Min.

Con un occhio alle elezioni presidenziali di quest’anno, diamo uno sguardo al funzionamento del sistema politico degli Stati Uniti tra Presidente, Congresso e bilanciamento dei poteri

Siamo entrati nell’anno delle elezioni presidenziali statunitensi, che si svolgeranno il prossimo 5 novembre. Prima di lanciarci in considerazioni sugli effetti che queste potrebbero avere sulla politica internazionale, è opportuno dare uno sguardo al sistema politico degli Stati Uniti.

La costituzione americana

Questo sistema si basa sulla Costituzione federale scritta nel 1787 dalla Convenzione di Philadelphia e ratificata l’anno successivo. Si tratta della Costituzione più longeva al mondo, ed è un caso di Costituzione rigida. Per modificarla, infatti, è necessario un complesso processo di revisione.

Al centro della Costituzione troviamo i principi del federalismo e della separazione dei poteri. Gli Stati Uniti, infatti, hanno adottato una forma di governo federale che trae origine dalla pluralità di entità statali esistenti prima dell’Unione. Oggi, questi Stati ammontano a 50, escludendo il District of Columbia, sede della capitale Washington, amministrato dal Congresso.

I tre poteri (legislativo, esecutivo e giudiziario) sono separati, nonostante esista un sistema di checks and balances sulla quale torneremo più avanti. Il potere legislativo è affidato al Congresso, quello esecutivo al Presidente degli Stati Uniti e quello giudiziario alla Corte Suprema, alle Corti d’appello e alle Corti distrettuali.

Il potere legislativo negli Stati Uniti

Con un occhio alle elezioni presidenziali di quest'anno, diamo uno sguardo al funzionamento del sistema politico degli Stati Uniti tra Presidente, Congresso e bilanciamento dei poteri
© JessicaRodriguezRivas / WikipediaCommons

Come detto sopra, il potere legislativo è affidato al Congresso. Esso è composto da due Camere, il Senato e la Camera dei Rappresentanti.

La legislatura nella Camera dei Rappresentanti dura due anni, al termine dei quali i 435 membri dovranno essere rieletti. Il Senato è invece composto da 100 membri eletti ogni sei anni. Tuttavia, è previsto che un terzo di questi venga rinnovato ogni due anni.

Il numero di Senatori è fissato a due per ogni Stato dall’art. 1 della Costituzione. Non è invece specificato il numero di Rappresentanti, il cui numero viene deciso dal Congresso in base alla sez. 2 dell’art. 1. Ogni Stato federale deve avere almeno un seggio e ogni 10 anni si deve tenere un censimento per decidere se redistribuire i seggi tra gli Stati.

Dati i momenti diversi in cui avvengono le elezioni dei membri del Senato, della Camera dei Rappresentanti e del Presidente, è possibile che ci siano delle fratture politiche tra questi. Come assistiamo anche in questi giorni con i contrasti tra Biden e il Congresso, è possibile che i tre organi rappresentino partiti diversi.

Esistono inoltre dei sistemi di check and balances in mano al Congresso. Tra questi, il Senato può mettere in atto una procedura definita “filibuster“, traducibile col nostro ostruzionismo. Il filibuster consiste nel «prolungare il dibattito e ritardare o impedire un voto su un disegno di legge, risoluzione, emendamento o altra questione discutibile».

I Senatori possono infatti prolungare in maniera indefinita la discussione di una legge per bloccarne l’iter. Per interrompere la discussione e andare direttamente al voto, sono necessari 60 voti favorevoli su 100. Ne consegue che, se uno dei due partiti detiene almeno 41 seggi, può bloccare una legge.

Il potere esecutivo

Con un occhio alle elezioni presidenziali di quest'anno, diamo uno sguardo al funzionamento del sistema politico degli Stati Uniti tra Presidente, Congresso e bilanciamento dei poteri
© Ad Meskens / Wikimedia Commons

Il potere esecutivo è regolamentato dall’art. 2 della Costituzione. È previsto che questo potere sia affidato al Presidente degli Stati Uniti d’America, eletto ogni 4 anni insieme al Vicepresidente per un massimo di due mandati. Entrambi gli incarichi non sono revocabili dal Congresso – tranne nei casi di impeachment – e sono elettivi.

L’elezione è di tipo indiretto, ossia i cittadini designano un numero di Elettori che detengono il potere formale di eleggere il Presidente e il Vicepresidente. Quest’ultimi, infatti, dopo l’elezione voteranno per il candidato a cui sono associati. Il loro numero è di 538, corrispondente ai 435 rappresentanti, ai 100 senatori e ai tre Elettori dei District of Columbia.

A vincere non sarà dunque il candidato con più voti in assoluto, ma quello col numero più alto di Elettori.

Il Presidente

Il Presidente degli Stati Uniti è sia Capo di Stato che capo dell’esecutivo. I suoi poteri sono disciplinati sempre nell’art.2 della Costituzione, ma ne esistono anche altri, i cosiddetti “poteri impliciti“.

Secondo la Costituzione, il Presidente è il Capo dell’Esercito e della Marina degli Stati Uniti e della Milizia dei vari Stati. Può inoltre richiedere il parere, per iscritto, del principale funzionario di ciascuno dei dipartimenti esecutivi, su qualsiasi argomento relativo ai doveri dei rispettivi uffici. E sempre a tale figura spetta il potere di concedere commute e grazie, salvo nei casi di impeachment.

Il Presidente può inoltre stipulare trattati e nominare ambasciatori, diplomatici e consoli, i giudici della Corte suprema e tutti gli altri funzionari degli Stati Uniti con il parere e il consenso del Senato. In questi casi è infatti necessario che due terzi dei senatori approvino tali azioni. Può inoltre assegnare cariche rimaste vuote tra le sedute del Senato e, in occasioni straordinarie, convocare una o entrambe le Camere.

Checks and balances nel sistema politico statunitense

Con un occhio alle elezioni presidenziali di quest'anno, diamo uno sguardo al funzionamento del sistema politico degli Stati Uniti tra Presidente, Congresso e bilanciamento dei poteri
© Korean Culture and Information Service (Cheong Wa Dae) / Wikipedia Commons

I poteri legislativo ed esecutivo del sistema americano, nonostante siano separati da una serie di misure, si trovano a dover spesso imbastire una dialettica.

Tra gli elementi che ne sanciscono la reciproca indipendenza, troviamo l’impossibilità per entrambi i poteri di decidere sulla permanenza dell’altro (ad eccezione del caso di impeachment, sez.4, art.2 Costituzione). Inoltre, nessun Senatore o Rappresentate può far parte dell’Esecutivo e il potere legislativo non può essere delegato o esercitato in casi d’urgenza all’esecutivo.

Tra i pesi e i contrappesi troviamo invece una serie di azioni che i due poteri possono usare per limitare la reciproca attività. Tra questi, il Presidente può porre il veto a leggi emanate dal Congresso, veto che a sua volta il Congresso può annullare con un numero sufficiente di voti.

Inoltre, il Congresso ha il potere di approvare le nomine presidenziali, di controllare il bilancio e può mettere sotto accusa il Presidente e rimuoverlo dall’incarico (impeachment) nei casi di tradimento, corruzione o altri gravi crimini. E, come ricordato tra i poteri del Presidente, esistono alcuni poteri presidenziali che per essere esercitati hanno bisogno dell’approvazione del Senato.

I poteri presidenziali impliciti, “executive privilege”

Oltre ai poteri presidenziali sanciti in Costituzione, ne esistono altri, definiti “poteri impliciti“. Questi poteri si innestano in una zona grigia tra il potere esecutivo e il potere legislativo, e permettono al Presidente di agire in assenza di leggi del Congresso.

In questa zona grigia troviamo le “Presidential directives” e altri atti presidenziali, tali da assegnare un potere legislativo al presidente. Tra queste direttive presidenziali troviamo gli Executive orders, una tipologia di direttive usata dal Presidente per mettere in atto le Executive actions.

Sempre nel contesto dei poteri impliciti, si colloca l’Executive privilege, ossia il diritto del Presidente di rifiutarsi di fornire informazioni al Congresso. Ciò è in contrasto con il diritto del Congresso di sorvegliare sull’operato del Presidente, il quale può giustificare il suo rifiuto con la necessità di mantenere alcune informazioni riservate.

Chi è il sopravvissuto designato

Una figura che a volte si sente nominare nel dibattito pubblico americano è quella del sopravvissuto designato. Questo termine indica un membro della linea di successione presidenziale che, in caso di decesso del Presidente e degli altri membri della linea di successione, ne assumerebbe il ruolo.

Durante le occasioni in cui si trovano nello stesso luogo gli altri membri della linea di successione, il sopravvissuto designato viene tenuto in luogo sicuro e nascosto.

L’origine di questa carica risale alla guerra fredda, periodo in cui nacque l’esigenza di garantire una continuità nella linea di comando anche nel caso in cui un attacco nemico avesse eliminato l’intera linea di successione.


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