Chi sono gli angeli del fango?

di Sofia Ciatti
5 Min.

Firenze, 4 novembre 1966

Il 4 novembre 1966, dopo giorni di piogge ininterrotte, l’Arno rompe gli argini a Firenze. Poco dopo, la piena si riversa per le strade: invade il centro storico, raggiungendo la Basilica di Santa Croce e Piazza del Duomo dove il livello dell’acqua arriva toccare i 5 metri. Gli abitanti della città si rimboccano le maniche, interviene anche l’esercito: accanto a loro, arrivano gli angeli del fango.

La città è invasa da 250 milioni di metri cubi d’acqua e 600mila di fango: un pericolo non solo per i residenti, ma anche per l’inestimabile patrimonio storico e artistico conservato a Firenze.

In questa occasione, per la prima volta, compaiono quelli che sarebbero poi stati definiti gli Angeli del fango: una moltitudine di persone, giovani, adulti, anziani si mettono in viaggio dall’Italia e da tutto il mondo.

A Firenze arrivano migliaia di volontari per tentare di salvare manoscritti, sculture, opere, quadri, volumi e ogni sorta di capolavoro delle arti liberali.

Angeli del fango

La prima volta degli angeli del fango

In Italia, all’epoca, non era ancora stata istituita la Protezione Civile e la risposta spontanea dei volontari fu sorprendente: italiani, francesi, tedeschi, inglesi e americani per settimane lavorarono, con gli stivali di gomma e immersi nel fango, per trarre in salvo opere d’arte, codici miniati e libri.

Questi volontari diedero vita ad un movimento di solidarietà senza precedenti e per questa ragione si guadagnarono l’appellativo di “angeli del fango”. Senza il loro apporto un intero patrimonio storico e culturale sarebbe scomparso.

Numerosi volontari che giunsero a Firenze come angeli del fango, negli anni successivi, hanno acquisito notorietà come personaggi pubblici, artisti, politici, giornalisti, scrittori e poeti. Tra questi: Joan Baez, Gualtiero Bassetti, Pier Luigi Bersani, Giuseppe Betori, Massimo D’Alema, Francesco De Gregori, Miguel Otero Silva, Joschka Fischer, Giuliano Pisapia, Antonello Venditti.

Angeli del fango
Angeli del fango agli Uffizi (1966)

Da dove deriva la locuzione «Angeli del fango»?

La prima personalità ad aver utilizzato la locuzione “Angeli del fango” è stato il giornalista fiorentino Giovanni Grazzini, in un articolo apparso sul Corriere della Sera il 10 novembre 1966.

Il termine angelo deriva dal greco ἄγγελος («messaggero») e la sua etimologia indica colui che annuncia, quasi un intermediario tra il cielo e la terra, che giunge sul luogo dell’azione, provenendo da un’altra dimensione.

Da Firenze ad oggi

In seguito alla terribile alluvione che colpì Firenze nel ’66 e alla successiva, a pochi anni di distanza, che interessò invece Genova (1970), si cominciò ad utilizzare l’espressione per indicare in maniera generale tutte quelle persone (con particolare attenzione ai giovani) che, in presenza di una calamità naturale di carattere alluvionale, prestavano aiuto per ripristinare la situazione di partenza.

Angeli del fango
Angeli del fango in Emilia-Romagna (2023)

Questa locuzione suona quanto mai attuale oggi, a pochissimi giorni di distanza dall’alluvione che ha colpito il territorio emiliano-romagnolo (e parte di quello marchigiano).

Moltissimi, giovani e adulti, grazie anche a passaparola e chat di gruppo, si sono mobilitati con stivali di gomma e badili, per prestare soccorso alla popolazione locale, spalando il fango e ripulendo strade e abitazioni.

Fonti: Ansa, Focus, Treccani, Wikipedia, Corriere della Sera, Repubblica.

Scritto da Sofia Ciatti


Le foto presenti in questo articolo provengono da internet e si ritengono di libero utilizzo. Se un’immagine pubblicata risulta essere protetta da copyright, il legittimo proprietario può contattare lo staff scrivendo all’indirizzo email riportato nella sezione “Contatti” del sito: l’immagine sarà rimossa o accompagnata dalla firma dell’autore.

Articoli Correlati