Carlo III: tradizione e modernità per la sua incoronazione

L'alba di un nuovo regno

di Nina D'Amato
6 Min.

Dopo aver assistito al tramonto del regno più longevo della storia, quello di Elisabetta II, la Gran Bretagna è pronta ad accogliere il nuovo re Carlo III.

L’eterno Principe di Galles, a 74 anni, prende il nome di Carlo III d’Inghilterra in seguito all’incoronazione avvenuta la mattina del 6 maggio nell’Abbazia di Westminster . Una cerimonia molto più intima, soltanto 2 mila invitati – rispetto agli 8 mila della madre – e una durata inferiore, circa quattro ore. Un rito solenne, tradizionale sì, ma contaminato dalla modernità dei nostri anni.

Re Carlo III regala un’assaggio del suo regno attraverso la sua incoronazione, ricca di prime volte e di modernità. Tra gli invitati molti capi di stato, reali ed esponenti religiosi. Scopriamo le curiosità e i retroscena della cerimonia.

La cerimonia solenne e le novità del nuovo regno di Carlo III

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Re Carlo III e la Regina consorte Camila durante il saluto dal balcone di Buckingham Palace

La prima incoronazione trasmessa in mondovisione è quella di Elisabetta II, avvenuta il 2 giungo del 1953, una cerimonia molto più sontuosa e radicata nella tradizione millenaria. Quella di Carlo risulta l’anticipazione di un regno molto più attuale, inclusivo e vicino al popolo.

D’altronde fin dai primi anni di carica pubblica, Carlo III, si è dimostrato sensibile ai temi della odierna società, soprattutto a quelli ecologici e al sostegno umanitario. Da sempre grande appassionato d’arte e musica, fervido ambientalista e animalista, l’attuale Re ha fondato oltre 20 associazioni e charities.

Carlo III ha voluto invitare i rappresentanti di tutte le religioni (presente anche un rappresentante del Vaticano) e, durante la funzione, ha giurato di «proteggere tutte le fedi». A celebrare l’intero rito è stato l’arcivescovo di Canterbury, il primo ministro del Regno Unito, Rishi Sunak, di religione induista, ha letto una lettura dal Nuovo Testamento.

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La famiglia reale durante l’incoronazione di Carlo III

Nel corso della cerimonia si è esibito un coro gospel. Nel coro sono state incluse, per la prima volta, bambine provenienti da un collegio di Belfast e dalla cattedrale di Truro in Cornovaglia.

La multiculturalità è la parola chiave di tutta la cerimonia di incoronazione. Tre donne nere hanno avuto un ruolo fondamentale nella cerimonia. La dama Elizabeth Anionwu, ha consegnato al re l’orbe, lo scettro è stato consegnato dalla baronessa Floella Benjamin, mentre la baronessa Valerie Amos, prima donna insignita all’ordine della giarrettiera, ha affiancato all’arcivescovo nell’Atto di Riconoscimento.

George di Cambridge, ha ricoperto il ruolo del paggio d’onore. L’erede al trono, ha prestato un’inedito giuramento al padre compiendo il rito della genuflessione. William si è inginocchiato promettendo lealtà E fede al suo re prima del tradizionale bacio sulla guancia.

Una cerimonia quasi perfetta

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Proteste antimonarchiche durante l’incoronazione del re Carlo III

Nonostante una cerimonia perfettamente coreografata e un dispiegamento di oltre 6 mila forze armate, non sono mancati di certo qualche malcontento.

Il rito ha visto i due figli del sovrano divisi. Mentre William prendeva parte alla funzione e sedeva con l’intera famiglia ai primi posti, Harry è stato confinato in terza fila. La sua presenza non è durata più di 24 ore, dopo la cerimonia Harry è subito ritornato in America per raggiungere la moglie e i due figli. Doco prima dell’inizio dell’evento sono stati effettuati alcuni arresti in seguito alle proteste antimonarchiche, il loro slogan «Not my King».

Un re servo del popolo

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Re Carlo III durante l’incoronazione

Sono qui per servire non per essere servito

Re Carlo III

Il nuovo re Carlo III si è impegnato ad essere «servo» del suo popolo. Per i festeggiamenti dell’inizio del suo reame, ha organizzato un concerto che si terrà proprio questa sera e, per concludere, la festa del volontariato prevista per domani. “The Big Help Out” invita i cittadini a partecipare a programmi di volontariato in atto nelle loro contee.

Durante gli anni il re e la regina consorte sono riusciti a riabilitare il loro nome e ad acquisire numerosi consensi dal loro popolo. Quello del nuovo sovrano sembra essere un regno all’avanguardia e proiettato al futuro, non ci resta che dire God Save The King Charles.

Scritto da Nina D’Amato

fonti: BBC, ANSA, Vanityfair


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