Avanza la crisi energetica in Europa

di Elisa Quadrelli
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La Russia limita sempre di piú le esportazioni di gas naturale, forzando i vari governi a spendere milioni per proteggere il business e i consumatori dai prezzi esorbitanti, mentre la recessione è alle porte.

Gazprom, la compagnia energetica statale russa che fornisce il gas utilizzato in Europa, si sta rivelando sempre piú inaffidabile. Mentre Gazprom manca di fornire il gas necessario, la Russia ci informa che tale situazione di tensione si protrarrà come diretta reazione alle sanzioni da parte dell’occidente.

La minaccia velata di un inverno freddo, con prezzi stellari del gas arriva da Dmitry Peskov (nell’immagine in evidenza), portavoce del Cremlino. La revoca delle sanzioni sulla Russia sarebbe l’unico modo per far tornare la normalità. Peskov non manca di affermare che il macro equilibrio mondiale sia retto ad ora dalla sola Russia.

Le aziende europee che forniscono gas, ma anche elettricitá prodotta con gas, rischiano il tracollo, costrette ad alzare il prezzo di un prodotto scarsamente disponibile e giá caro. Il provvedimento preso da vari paesi europei è quello di stanziare dei fondi ad aiutare le compagnie fornitrici, con l’obiettivo di abbassare i prezzi.

Le soluzioni rimangono finora principalmente a livello nazionale, circoscritte alla situazione energetica, ma si avanzano proposte a livello europeo per contenere anche la crisi economica ormai alle porte. Mentre la Germania stanzia fondi per i propri cittadini e imprese, la Francia tenta misure di razionamento energetico, la domanda di gas verrá ridotta a livello europeo, con deroghe per alcuni paesi.

Dall’Iran arriva la proposta di provvedere al rifornimento del gas europeo, una volta negoziate le misure sanzionatorie imposte sul paese.

La Russia dal canto suo rimane irremovibile in un botta e risposta volto ad ottenere il favore dell’occidente rispetto all’invasione in Ucraina.

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