Ameca, robot umanoide sbarca sul pianeta Terra: il gap uomo-macchina si assottiglia.

di Costanza Maugeri
3 Min.

Ameca è il robot umanoide, creatura della società statunitense Engineered Arts, fiore all’occhiello della robotica di ultimissima generazione.

Sembra un paradosso ma ciò che può fare Ameca stupisce gli stessi creatori, che definiscono queste sue capacità “spaventose“.

La capacità espressiva è identica a quella umana, ma ciò che ci rende ancor più consapevoli dei passi enormi che ha compiuto la tecnologia in questi anni non è tanto l’umanizzazione del suo aspetto esteriore bensì l’intelligenza artificiale di cui il robot è dotato.

Ameca è in grado di reagire quando una persona invade il suo spazio “vitale“ grazie a delle telecamere presenti nelle orbite. Nei video che la vedono protagonista possiamo notare come riesce a seguire una mano con lo sguardo e afferrarla quando si avvicina troppo con movimenti delle mani piuttosto fluidi.

Ameca ha la capacità di riconoscere, inoltre, le espressioni facciali di chi ha di fronte, il sesso, età ed emozioni provate ad una distanza di due metri, se si trova all’interno di una stanza riesce ad identificare ogni movimento.

L’umanoide è stato progettato come una piattaforma per lo sviluppo di future tecnologie robotiche, hanno affermato gli ingegneri della società statunitense, è stato presentato ufficialmente al CES di Las Vegas nel Dicembre scorso, la fiera di elettronica più celebre al mondo.

Dal punto di vista puramente tecnico Ameca pesa 49 chilogrammi, è alto un metro e ottanta centimetri con un’apertura delle braccia equivalente alla sua altezza, è in grado di compiere cinquantuno movimenti differenti sia col busto che con gli arti superiori in cui sono concentrati la maggior parte dei cinquantadue motori che lo compongono.

Inoltre attraverso un cloud può sostenere delle conversazioni in tempo reale tra posti diversi del mondo. Queste nuove creature elettroniche ci dovrebbero far riflettere su quanto l’uomo sia capace di superarsi ma soprattutto sul fatto che prestare attenzione a rendere più umane le macchine non deve farci perdere di vista la nostra di umanità.

Scritto da Costanza Maugeri


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