Adela, la spia russa infiltrata nella base NATO a Napoli per 10 anni

di Giuseppe Di Sorbo
Pubblicato: Ultimo aggiornamento il 3 Min.

Sembra la trama di uno dei migliori film di spionaggio, eppure è realtà: la storia di Maria Adela Kuhfeldt è uno dei pochi casi di spionaggio documentati negli ultimi anni in Italia.

Grazie a un’inchiesta realizzata da La Repubblica, il sito investigativo Bellingcat e i giornali Der Spiegel e The Insider, è stato possibile ricostruire l’identikit e i movimenti della spia.

La permanenza di Adela a Napoli dura circa 10 anni, periodo durante il quale l’agente segreto riesce ad infiltrarsi nella base Nato e a raccogliere informazioni sull’alleanza atlantica.

Ma come ha fatto una spia nemica ad infiltrarsi in uno dei luoghi più sicuri al Mondo senza essere scoperta?

Grazie a una falsa identità studiata minuziosamente e a un’illimitata disponibilità economica – di cui ovviamente non si conosce la provenienza – la donna è riuscita a passare (quasi) del tutto inosservata.

Una volta trasferitasi in uno dei quartieri più eleganti di Napoli, Posillipo, la donna inizia a frequentare i personaggi più famosi del panorama partenopeo.

Riesce così ad entrare nel Lions Club “Napoli Monte Nuovo”, frequentato esclusivamente da ufficiali e soldati NATO.

Da lì a qualche anno Adela riesce a infiltrarsi definitivamente nei vertici dell’alleanza atlantica. Ad oggi, stando a quanto riportato nell’inchiesta, non si conoscono le informazioni che ha raccolto.

Dal 15 settembre 2018, però, non si hanno più notizie della spia: quest’ultima, dopo aver preso un volo, lascia Napoli senza farsi mai più risentire.

Solo qualche mese dopo si scopre inaspettatamente il vero nome della donna: Olga Kolobova, 40enne e agente del Gru, i servizi segreti russi.


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