6 Novembre, il punto della settimana: cos’è successo nel mondo?

di Emanuele Lo Giudice
Pubblicato: Ultimo aggiornamento il 6 Min.

Dall’Atlantico al Pacifico, le ultime notizie della settimana che si sta per concludere. Il mondo dal 31 Ottobre al 6 Novembre 2022.

Si conclude un’altra settimana e le notizie che arrivano dal mondo circolano più veloce di quanto si pensi. Il Perù, Israele e l’incontro Xi-Scholz, che è successo fuori dai confini nazionali?

Perù: in migliaia a Lima, le proteste contro il Presidente Castillo.

“Castillo fuori” è il grido che si leva dai cortei che hanno marciato per le strade della capitale peruviana, Lima. Migliaia le persone riunite in cortei contro il Presidente Pedro Castillo, candidato nel 2021 con il partito socialista Perù Libero, ad oggi indagato per corruzione. I manifestanti sono arrivati a pochi metri dal Parlamento (Congreso de la República), dove sono stati respinti dalla polizia antisommossa con gas lacrimogeni.

Da Nord a Sud altre manifestazioni hanno preso i centri delle città, come a Chiclayo, Piura, Cusco e Arquipa; a Lima, nel mentre, una manifestazione pro-Castillo è stata portata avanti dai sostenitori del Presidente in carica. Pedro Castillo, alla presidenza dal Luglio 2021, è andato già contro due impeachment voluti dal Parlamento, controllato dall’opposizione di destra. FP, per esempio, è la prima forza d’opposizione presente al Congreso, con 24 seggi su 79 (130 il totale, 42 d’appoggio al Governo e 9 di “supporto esterno”). Da FP (fondato da Keiko Fujimori, figlia dell’ex dittatore Alberto Fujimori), fujimorista e populista d’estrema destra, l’opposizione più intransigente . Castillo, inoltre, deve affrontare sei inchieste per corruzione, nonostante lui le abbia sempre respinte.

Israele: Likud al primo posto alle elezioni, Netanyahu riprende potere.

65 seggi su 120 alla Knesset sono destinati a Likud, prima forza vincitrice delle elezioni del 1 Novembre 2022. Netanyahu torna in cima grazie ai voti dell’estrema destra israeliana e a una campagna elettorale altamente polarizzante, che ha spaccato il paese e che ha portato il blocco di Netanyahu di nuovo in prima fila per uno “strappo di voti”.

Re Bibi” non avrà un mandato facile, considerando l’esigua maggioranza ricevuta (5 parlamentari) e anche i problemi che potrebbero derivare con l’alleato statunitense, la quale amministrazione Biden non lo vede di buon occhio (il sostegno è per ora favorevole a Lapid, Primo Ministro ancora in carica). Le relazioni degli Stati Uniti con gli Stati del Golfo sono già precarie a causa del conflitto russo-ucraino e per la questione del petrolio, questione che potrebbe creare ancora più attrito con Netanyahu al potere per le politiche regionali che quest’ultimo intende attuare (capitalizzazione dei successi prodotti dalle relazioni tra Israele e Stati arabi).

Dopo 12 anni consecutivi di governo e 20 mesi d’opposizione, Netanyahu sembra avere dunque i numeri per riprendere in mano l’esecutivo, forte anche della quasi completa scomparsa dei laburisti (scesi a 4 seggi). Nonostante fossero le quinte elezioni in meno di quattro anni, l’affluenza alle urne è stata alta (circa il 70%).

Il cancelliere tedesco a Pechino, l’incontro Xi-Scholz sul nucleare.

Primo leader del G7 a fare visita al Presidente della Repubblica Popolare Cinese dall’inizio della Pandemia. L’incontro del 4 Novembre è avvenuto nella Grande Sala del Popolo di Pechino, per poi essere seguito dall’incontro tra il cancelliere tedesco e il premier cinese Li Keqiang.

Entrambi i Paesi si sono detti contrari sull’uso di qualsiasi arma nucleare nel conflitto russo-ucraino, che continua a rimanere teso e a svilupparsi giornalmente; “Qui in Cina tutti sanno che un’escalation della guerra in Ucraina avrebbe conseguenze per tutti noi. Ecco perché è molto importante per me sottolineare che tutti dicono chiaramente che un’escalation attraverso l’uso di un’arma nucleare tattica è esclusa” ha infatti detto Scholz dopo l’incontro con Keqiang.

La richiesta del Cancelliere tedesco al Presidente cinese è stata quella di usare tutta l’influenza possibile sulla Russia per porre fine all’aggressione in corso, nel rispetto della Carta delle Nazioni Unite e dei principi sui quali anche la Cina poggia la propria esistenza. Xi ha sostenuto, successivamente, che l’impedire l’utilizzo delle armi nucleari eviterebbe un conflitto nel continente eurasiatico. L’incontro Scholz-Xi parrebbe aver permesso un approfondimento della cooperazione bilaterale tra Berlino e Pechino, nonché una collaborazione forte per il mantenimento dell’equilibrio e della pace. La Cina ha inoltre sollecitato la Germania a respingere “il confronto delle due ideologie” che stanno dividendo il mondo in questo momento, auspicando ad una de-escalation profonda e ad una risoluzione della crisi il più presto possibile.

Scritto da Emanuele Lo Giudice


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