Il cinema, oltre ad essere un’arte, è per molti una (grande) passione, che riesce, un po’ come fanno i libri, a plasmare completamente la visione intellettuale di sé e del mondo circostante. Difatti, le opere artistiche che si visionano nel corso della propria vita sono in grado di trasmettere emozioni uniche (che divengono poi associazioni dirette a specifici momenti della propria vita), di viaggiare nel tempo in mondi più o meno vicini alla realtà, di istruire e allargare la conoscenza riguardo gli aspetti più disparati del sapere e, spesso, riescono a farci voltare lo sguardo in quell’abisso che è il proprio io, dandoci gli strumenti per cercare di comprenderlo, quell’abisso. È quindi inevitabile che ogni appassionato abbia dei film che in particolar modo hanno segnato la propria vita. In questo articolo ve ne propongo cinque, basandomi sulla mia esperienza personale.
Premessa
La “lista” che segue (in ordine sparso) è naturalmente una lista soggettiva: non si parla né dei migliori film in assoluto né dei migliori film secondo il mio parere. Quelli che seguiranno sono solo cinque dei moltissimi film che hanno lasciato un proprio segno nella mia vita, nella speranza che questo articolo possa essere di spunto o ispirazione per coltivare la fruizione attiva dell’arte cinematografica.
Pierrot le Fou (1965)
Capolavoro della Nouvelle Vague firmato Jean-Luc Godard, ricordo ancora la prima visione del film come se fosse ieri. Pierrot le Fou mi ha mostrato per la prima volta un modo nuovo di fare film, in cui l’attenzione all’estetica e all’unicità artistica e filosofico-intellettuale fa da base fondamentale alla rivoluzione stilistica ed artistica che ha caratterizzato da sempre Godard stesso. Guardare Pierrot le Fou mi ha trasmesso emozioni uniche, mi ha riportato ad un momento indefinito, fuori dallo spazio e dal tempo, in cui esiste il proprio io, l’opera d’arte e null’altro, in uno squarcio quasi infantile, come quando da piccoli si assisteva alla proiezione cinematografica come ad un evento sovrannaturale.

8½ (1963)
8½ ha sicuramente segnato un punto di maturazione intellettiva per me. Esso infatti fu una scoperta sensazionale: Fellini mi ha insegnato che dietro alla creazione artistica c’è un mondo dalla pesantezza esistenziale ingente; mi ha insegnato che l’opera d’arte nasce da quell’abisso di cui parlavo in apertura, e solo scavando in esso è possibile comprendere ciò che si è; mi ha insegnato che il “disagio di stare al mondo” è un fatto umano, e che l’uomo può limitarsi soltanto ad accettare quella confusione che è egli stesso. Ma ciò che 8½ mi ha trasmesso è stata anche la comprensione dei rapporti umani, di quanto complicata sia la psiche, di quante bugie raccontiamo a noi stessi per nascondere l’incapacità di “piantare tutto e ricominciare la vita daccapo“. E Fellini mi ha insegnato che tutto questo può essere affrontato e tradotto in linguaggio cinematografico con un’eleganza estrema e con uno stile magnifico.

In the Mood for Love (2000)
Ho sempre instaurato un legame particolare con i film di Wong Kar-Wai, ma ci sono due film in particolare che mi hanno segnato indelebilmente: In the Mood for Love e Chungking Express. Il primo, in particolar modo, mi ha permesso di comprendere cosa sia davvero il sentimento amoroso, un qualcosa che va al di là della ragione e della razionalità del tempo. Reputo In the Mood for Love un chiaro esempio di poesia cinematografica: i colori, le scene a rallentatore, le bellissime inquadrature coadiuvate da musiche altrettanto fantastiche riescono a mettere in “versi cinematografici” quello che è un sentimento tanto nobilitante quanto raro, che riesce a mettere a soqquadro la psicologia di ognuno di noi.

C’eravamo tanto amati (1974)
Anche se lontana dal mio tempo, la storia di C’eravamo tanto amati è riuscita a fare breccia attraverso i miei sentimenti e sono finito per sentirla vicinissima. Il film è, a detta di alcuni, la lettera d’amore per il cinema del grandissimo cineasta Ettore Scola, ma, per me, questo è anche un film sulla vita e, proprio per questo, lo reputo un film armoniosamente completo. Temi come l’amicizia, l’amore, le difficoltà della vita, le scelte che condizionano il proprio futuro, la scelta tra vita morale ed immorale, passando per l’amore per il cinema e per i disguidi della vita quotidiana. C’eravamo tanto amati è un film che ha toccato con grazia le mie corde sentimentali, un film che mi ha messo angoscia, tristezza, felicità, conforto e gioia. Un film che, sono sicuro, mi insegnerà ancora qualcosa negli anni a venire.

Persona (1966)
Ultimo, naturalmente non per importanza, è il capolavoro di Bergman. Ricordo che Persona è stato uno dei primi film che ho visto quando ho deciso di esplorare attivamente e consciamente la settima arte. E ricordo altrettanto bene di come sia rimasto a bocca aperta per tutta la durata del film. Anche in questo caso, a colpirmi fu la poesia cinematografica con la quale il reigsta svedese decide di rappresentare la parte più recondita, più controversa e più contorta della psicologia umana. Persona è un film per me perfetto sotto tutti i punti di vista: una sceneggiatura fuori dalle normali capacità umane ed uno stile elegante e bellissimo sono solo la punta dell’iceberg di quello che è un film che necessiterebbe di numerose visioni per essere compreso fino in fondo ma che, senza ombra di dubbio, ha rappresentato una tappa fondamentale nel personale processo di maturazione intellettiva.

Scritto da Emanuele Fornito
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