27 Novembre, il punto della settimana: cos’è successo nel mondo?

di Emanuele Lo Giudice
Pubblicato: Ultimo aggiornamento il 6 Min.

Dall’Atlantico al Pacifico, il punto della settimana che si sta per concludere. Il mondo dal 21 al 27 Novembre 2022.

Si conclude un’altra settimana e le notizie che arrivano dal mondo circolano più veloce di quanto si pensi. La Bielorussia, la Cina e l’Ucraina, che è successo fuori dai confini nazionali? Ecco il punto della settimana!

Minsk perde il proprio Ministro degli Esteri, che sta succedendo?

Tante supposizioni, alcune accuse e pochi veri dettagli su quello che è successo a Minsk Sabato 26 Novembre 2022. Vladimir Makei, Ministro degli Esteri bielorusso, fido di Lukashenko, sarebbe morto improvvisamente. La morte di Makei genera allarme a livello europeo per l’insicurezza e il mistero su cosa sia successo davvero. Makei sembrava essere il probabile successore di Lukashenko, considerato dagli analisti l’ultimo dittatore d’Europa.

Dapprima sostenitore di un avvicinamento bielorusso all’UE, Makei ribaltò il suo punto di vista nel 2020, dopo le proteste scoppiate a seguito delle elezioni. Le circostanze della morte non sono (al momento) state rese pubbliche, ma le ipotesi moltiplicano di ora in ora. Kiev ipotizza un avvelenamento, monito a Lukashenko per la sua reticenza nell’entrare in guerra contro l’Ucraina. Makei era infatti restio riguardo il coinvolgimento diretto di Minsk nella guerra russo-ucraina. Secondo fonti USA ed Europee, la morte di Makei sarebbe solo la premessa alla morte di Lukashenko, voluta dal Cremlino perché insoddisfatto dalla posizione recalcitrante del dittatore. Il Cremlino si è detto “scioccato” dall’accaduto, annullando l’incontro tra Lavrov (Ministro degli Esteri russo) e il suo omologo previsto in questi giorni.

È stato il Robert Lansing Institute, citando fonti provenienti dalla Russia, a sostenere della presunta volontà del Cremlino di costringere la Bielorussia ad attaccare Kiev da nord. Gerashenko, Consigliere del ministero dell’interno ucraino, ha twittato “Vladimir Makei, 64 anni, capo del ministero degli Esteri bielorusso, è morto. Ci sono voci che potrebbe essere stato avvelenato. Makey era stato indicato come possibile successore di Lukashenko. Era uno dei pochi a non essere sotto l’influenza russa. Voci dicono che potrebbe essere un avvertimento a Lukashenko”. L’Ucraina, dilaniata dai bombardamenti, continua a mettere in guardia l’Europa, lasciando poche speranze a coloro che credono in una conclusione prossima del conflitto.

Pechino, Shangai e Wuhan: la Cina alza la testa contro Xi Jinping

Fogli bianchi in aria al grido di “Xi dimettiti” è la risposta dei cittadini che in queste ore si stanno riversando nelle strade di Pechino, Shangai e Wuhan. I protestanti, manifestando contro le restrizioni anti-covid, puntano il dito contro Xi Jinping e il PCC. I rallentamenti dei soccorsi a causa delle rigide regole (con la conseguente morte di 10 persone a Urumqi in un incendio), e le immagini censurate proveniente dal Qatar hanno acceso la miccia di quelle che parrebbero essere manifestazioni sempre più vigorose. Sono già diverse le città in cui i manifestanti iniziano a scontrarsi con la polizia e il moto di protesta è arrivato oggi anche a Wuhan, nel cui “mercato umido” vennero trovati i primi contagi covid nel 2020. Scene insolite quelle della Cina, soprattutto in considerazione delle sanzioni severe per chi critica il governo e le istituzioni.

Su WeChat, applicazione di messaggistica molto in voga in Cina, le immagini censurate dei tifosi senza mascherina ha portato molti a chiedersi se la Cina sia “sullo stesso pianeta” del Qatar. Che le restrizioni anti-covid possano essere il fenomeno scatenatore di un’ondata generale di ribellione contro il governo Xi è cosa da vedere, ma la scia rivoluzionaria degli eventi iraniani potrebbe aver creato un ulteriore precedente al processo di riscatto delle popolazioni sotto regime e i cinesi potrebbero prenderne esempio. “È tutto iniziato a Wuhan, finirà a Wuhan” urlano nel frattempo le persone in strada.

Ucraina: 276° giorno, Kiev avvisa di una probabile nuova mobilitazione russa

La pace sembra ancora lontana per l’Ucraina, ormai sotto attacco russo da 276 giorni. Tra le accuse di Minsk agli USA, rei non voler far negoziare Kiev con Mosca, e i bombardamenti su Kherson, Kiev lancia un altro allarme. “Mobilitazione segreta” è ciò di cui parla lo Stato Maggiore delle Forze Armate ucraine. La Russia parrebbe essere impegnata nella preparazione di una mobilitazione “segreta” atta a rafforzare le proprie truppe al confine. La mobilitazione riguarderebbe sia la Russia che i territori da essa (unilateralmente) annessi e, secondo fonti, dovrebbe avere inizio il 10 Dicembre.

In tale discorso si inserisce anche la Bielorussia, la quale permette lo stanziamento di truppe russe sui confini con l’Ucraina, tenendosi però al di fuori dello scontro fisico (per ora). La morte del Ministro Makei potrebbe sconvolgere i piani di Lukashenko e spingere Minsk verso un attacco a Kiev, ma per ora queste rimangono supposizioni. Sul fronte, nonostante i pesanti bombardamenti su Kherson (che i civili iniziano velocemente ad abbandonare per il freddo), le forze armate ucraine continuano a respingere attacchi russi sia nel Lugansk che nel Donetsk.

Scritto da Emanuele Lo Giudice


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