12 febbraio, il punto della settimana: cos’è successo nel mondo?

di Emanuele Lo Giudice
6 Min.

Dall’Atlantico al Pacifico, il punto della settimana che si sta per concludere. Il mondo dal 6 al 12 febbraio 2023.

Si conclude un’altra settimana e le notizie che arrivano dal mondo circolano più veloce di quanto si pensi. Moldavia, Ucraina e Congo, che è successo fuori dai confini nazionali? Ecco il punto della settimana!

Moldavia: tra violazioni dello spazio aereo e governi in ginocchio

Venerdì sono arrivare le dimissioni del Primo Ministro moldavo, Natalia Gavrilița, dopo la violazione dello spazio aereo del paese da parte di due missili russi. Partiti dal Mar Nero, i missili hanno attraversato il territorio moldavo prima di rientrare in territorio ucraino. Nella notizia data da Kiev, i missili russi in questione avevano attraversato anche il territorio romeno, dunque NATO, dato poi smentito da Bucarest nelle ore successive.

Le dimissioni di Gavrilița sono arrivate poche ore dopo l’annuncio del Presidente dell’Ucraina Zelensky riguardo un piano russo per destabilizzare il Paese. La Moldavia rientra nel discorso russo-ucraino sin dalle prime ore del conflitto scoppiato il 24 febbraio 2022, essendo presente in territorio moldavo la Transnistria, Stato fantasma indipendente (de facto) internazionalmente non riconosciuto, ma sotto tutela russa.

Il Cremlino, dopo aver smentito le accuse ucraine sul un piano di distruzione della Moldavia, ha sostenuto di “non sapere di cosa stia (Zelensky) parlando”. L’accigliato rigetto d’accuse da parte di Peskov è andato di pari passo con la sostituzione dell’esecutivo moldavo, collassato alle dimissioni di Gavrilita. La Presidente della Repubblica più povera d’Europa, di per sé già economicamente destabilizzata dal limitrofo conflitto, ha indicato come successore il Segretario del Consiglio supremo di sicurezza Recean. Il cambio esecutivo dovrebbe calmierare le tensioni interne, sia sociali che economiche, le quali peggiorano ad ogni “inaccettabile violazione” dello spazio aereo, ormai più volte ripetuta dall’inizio del conflitto russo-ucraino.

Ucraina: Zelensky in Europa ignorato da Orban

Il Presidente dell’Ucraina Zelensky è atterrato a Bruxelles per partecipare al Summit UE del 9 e 10 febbraio 2023. A quasi un anno dallo scoppio del conflitto russo-ucraino, il Presidente ucraino si è rivolto all’Europa rinnovando le richieste d’aiuto militare per “vincere la guerra”. Le strette di mano con i vertici europei si sono susseguiti per diversi istanti, accompagnati da inviti a visitare Kiev ma anche da un divertente siparietto che ha visto il Premier ungherese Orban discostarsi dal tutto.

Gli applausi di Orban non sono infatti arrivati, sia per l’astio all’attuazione di nuove sanzioni contro Mosca da parte di Budapest, sia per la contrarietà all’invio di armi a Kiev. L’attrito tra i due leader si è pesantemente notato anche durante le foto ufficiali, dove Orban è rimasto impassibile di fronte al Presidente ucraino.

La presenza di Zelensky a Bruxelles è stata importante, utile a rimarginare le grandi perdite umane sul campo, soprattutto nella battaglia di Bakhmut, città ormai quasi circondata dalle forze russe. La promessa di ulteriori armi divide comunque i 27 leader europei, tanto che Parigi ha già detto no all’invio dei caccia militari. È pur vero che la questione si era già posta in egual modo riguardo i tank Leopard 2, bisogna vedere ora quanto avanti ancora l’UE e la NATO vogliano spingersi, anche in considerazione delle future azioni di Mosca nei territori dell’Europa orientale.

Congo: incidenti con il Ruanda, si aggrava il conflitto iniziato 10 mesi fa

Il vertice EAC (Comunità dell’Africa Orientale) si è tenuto in Burundi con l’intenzione di mediare nel conflitto congo-ruandese nelle province orientali della Repubblica Democratica del Congo. Iniziato nel marzo 2022, il conflitto tra i due paesi va avanti ormai da più di 10 mesi, impegnando le forze in campo e allontanando l’ipotesi di un cessate-il-fuoco possibile nel breve tempo.

Dal vertice nessun passo in avanti si è visto, se non il mero mantenimento del dialogo tra le due capitali, la cui tensione non è stata smorzata nemmeno dal Capo dello Stato del Vaticano, che ha tentato una mediazione tra i due Paesi. Kigali e Kinshasa rifiutano una conciliazione utile a far spazio ad una pace, continuando un conflitto logorante nel quale fanno fatica ad inserirsi come mediatori anche i paesi regionalmente interessati.

Scritto da Emanuele Lo Giudice


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