Dall’Atlantico al Pacifico, il punto della settimana che si sta per concludere. Il mondo dal 5 all’11 Dicembre 2022.
Si conclude un’altra settimana e le notizie che arrivano dal mondo circolano più veloce di quanto si pensi. Il Perù, la Serbia e gli Stati Uniti, che è successo fuori dai confini nazionali? Ecco il punto della settimana!
Perù: si forma il governo Angulo, 8 donne nell’esecutivo

A Lima si è formato il nuovo governo del Perù, dopo il giuramento di Boluarte come Presidente della Repubblica. Dina Boluarte ha preso in mano le redini della presidenza dopo l’autogol di Castillo, il quale tentato golpe non è andato a buon fine. L’ex insegnante divenuto Presidente della Repubblica nel 2021 non ha però indignato completamente il popolo peruviano, di cui una parte a suo sostegno si è ora riversata per le strade delle città peruviane per chiederne la scarcerazione.
Castillo, deposto per “immoralità” e braccato dalla polizia mentre tentava la fuga dopo il suo tentato golpe, ora si trova nel carcere di Barbadillo. Non si placano invece le proteste per strada, che si sono intensificate nelle ultime settimane e che contrappongono i sostenitori di Castillo a coloro che ne richiedevano le dimissioni. Dal tentato golpe ad oggi diverse proteste hanno preso il via nel paese, il quale grido “elezioni anticipate” lascia presupporre che la figura di Boluarte non sia del tutto accettata. Sicuramente infastidisce i pro-Castillo perché distaccatasi dal tentativo del Presidente di esautorare il Congresso, ma anche parte dei contro, che la vedono una figura molto vicina a Castillo, essendone stata la Vicepresidente.
Nonostante le proteste, Boluarte ha annunciato un nuovo governo, con la speranza che questo possa riportare il Perù ad una situazione di equilibrio. Già Boluarte nei giorni scorsi aveva richiesto una tregua politica e un’unità nazionale per rialzarsi dal colpo di mano di Castillo, per ora lontano dalla scena istituzionale. Il nuovo Governo conta 19 Ministri, di cui 8 donne, ed è presieduto da Pedro Angulo. La figura di Angulo risulta importante, essendo l’ex procuratore anticorruzione, dato importante se si pensa alle accuse di corruzione rivolte a Castillo nei mesi precedenti. Quello di Boluarte sembra voler essere un completo distacco dai 18 mesi della presidenza Castillo, rea di aver aggravato la situazione politico-sociale del Paese e di averne quasi messo a rischio la solidità istituzionale.
Serbia: di nuovo tensioni nei Balcani, Vucic convoca il Consiglio di sicurezza

Aumenta la tensione interetnica in Kosovo, il quale sembrava in parte uscita dalla spirale di tensioni che si sono acuite negli ultimi mesi. Messa fine alla Guerra delle targhe, con la mediazione UE e USA, sia la Serbia che il Kosovo sembravano aver raggiunto una (almeno temporanea) distensione. A distanza di sole due settimane la situazione è precipitata di nuovo, allarmando la comunità internazionale ed europea, che aumenta sempre di più gli inviti alla calma.
“La Serbia vuole la guerra e il ritorno al passato” sostiene Kurti, Primo Ministro del Kosovo, commentando la situazione di tensione presente nel nord del paese. Ieri sono state udite delle esplosioni e una sparatoria a Zvecan e Zubin Potok, due dei comuni con maggior numero di Serbi presenti nel paese. Vucic accusa invece Kurti di voler “esasperare la situazione” e di “non rispettare il diritto internazionale”, convocando per stasera una riunione di emergenza del Consiglio di Sicurezza. Non ne è reso noto l’ordine del giorno, ma l’ipotesi è che al centro della discussione ci sia la questione kosovara, tenuta sotto monitoraggio ora sia dalla polizia kosovara che dall’Eulex (Missione civile UE) e dal Kfor (Forza NATO in Kosovo).
Pare che Vuvic voglia inoltre chiedere al comando Kfor di intervenire con un proprio contingente. Tale azione sarebbe giustificata, a detta di Vuvic, dalla risoluzione 1244 del Consiglio di Sicurezza ONU. Tale risoluzione è stata approvata nel 1999 dopo il conflitto in Kosovo. La Presidente del Kosovo ha inoltre annunciato che, data la tensione in crescita, le elezioni locali (dei distretti nord a maggioranza serba) sono state posticipate.
USA: maggioranza dem al Senato, il Congresso è diviso in due

Biden prende la maggioranza in Senato, la Georgia conferma il senatore uscente Warnock con il 50,7% dei voti, poco più del repubblicano Walker. La Georgia era rimasta al di fuori del conteggio iniziale delle Midterm elections perché previsto un ballottaggio tra democratici e repubblicani. Con Warnock al seggio della Georgia il Senato arriva a 51 – 49, rafforzando la figura presidenziale che non ha perso completamente il Congresso.
Le ipotesi di un’ondata rossa alle Midterm elections non si è poi rivelata la realtà, dato che i Repubblicani hanno guadagnato poco rispetto a quanto si attendeva. Con il voto della Vicepresidente Harris, i democratici hanno modo di scavalcare le situazioni di pareggio nelle votazioni, diminuendo le possibilità di ricatto politico dalla parte repubblicana. Il risultato (molto polarizzato) della Georgia è importante anche per le prossime elezioni dove, al rinnovo di altri seggi, la maggioranza democratica potrebbe non rimanere.
Scritto da Emanuele Lo Giudice
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