10 anni di Fratelli D’Italia: Meloni e la scommessa vincente

di Francesco Intraguglielmo
6 Min.

Roberto Inciocchi ha chiesto al presidente del consiglio Meloni: «Cosa direbbe alla Giorgia di 10 anni fa?». Lei: «Di farsi gli affari suoi».

Sabato 17 dicembre, Piazza del Popolo, Roma. Giorgia Meloni ha tenuto la sua ormai celebre rubrica “Gli appunti di Giorgia”. È stato il gran finale dopo 3 giorni di festeggiamenti per la nascita di Fratelli D’Italia, evento a cui hanno presenziato tutti i big del centro destra italiano (E noi di Nxwss).

Le origini

Il Ministro della Difesa Guido Crosetto

FDI nasce nel 2012 dopo l’annullamento delle primarie del PDL (Popolo della libertà), partito politico di centro destra nato dall’unione di Forza Italia e Alleanza Nazionale.

Il 16 dicembre 2012, Giorgia Meloni e Guido Crosetto, attuale Ministro della Difesa, annunciano le “Primarie delle Idee”.

Il giorno seguente, Ignazio La Russa, attuale presidente del senato, informa della nascita di un nuovo partito di destra. Un susseguirsi di eventi porta all’elezione di 9 deputati della coalizione di centro destra alle politiche del 2013.

L’anno successivo viene eletta presidente Giorgia Meloni e il partito cambia nome divenendo ufficialmente “Fratelli di Italia”.

La scalata di Meloni

Inizia così, tramite varie candidature alle regionali e l’elezione dei primi sindaci tricolore, l’espansione nei territori. Nelle elezioni europee del 2014, il partito non riesce a superare la soglia di sbarramento. Meloni, però, ripete ai propri collaboratori che sia più difficile arrivare al 5% che diventare il primo partito italiano. La previsione si rivela poi corretta.

Alle amministrative di Roma del 2016, si candida come sindaco a capo della coalizione di centro destra. Riesce ad ottenere il 20% delle preferenze e il partito cavalca l’onda euroscettica insieme a Lega Nord, prende anche posizioni reazionarie sui diritti civili. Alle politiche del 2018 ottiene il 4% dei consensi.

Proprio sabato, tra l’altro, ha confessato che prima delle elezioni europee del 2019 aveva considerato l’idea di abbandonare la guida del partito se i voti fossero risultati inferiori alla soglia di sbarramento. Riesce però ad ottenere il 6,5%. Che sia stato merito di dio, come ha sostenuto durante l’evento, o delle radici coltivate negli anni precedenti non ci è dato saperlo.

Oggi

Oggi Giorgia Meloni è presidente del consiglio di uno dei paesi del G7. Nonostante ripeta di essere sempre la stessa, FDI e lei in questi anni sono cambiati.

Le posizioni euroscettiche si sono scontrate con la realtà̀, già dopo i primi mesi di pandemia il partito si è moderato gradualmente fino a diventare, nell’ultimo mese di campagna elettorale, un soggetto pienamente istituzionale. Anche grazie al netto posizionamento atlantista. 

È un dato di fatto. FDI non è più̀ il partito dell’Ultra Destra che conoscevamo. Si colloca si in una destra conservatrice, ma ha abbandonato gradualmente le posizioni più̀ controverse e discutibili.

Durante l’evento di sabato, come nel comizio di chiusura del centro destra, si è respirata l’aria di chi ha vinto un enorme scommessa, ma anche di chi è consapevole della complessità del compito che deve affrontare.

Alla prova del governo, tutti i leader italiani hanno avuto un’emorragia di consensi e Meloni si ritrova ora a governare nel periodo più̀ difficile per l’Italia dalla Seconda Guerra Mondiale.

Meloni e il suo cerchio magico lo sanno, lei però sembra piuttosto tranquilla. Ha detto che sarà necessario prendere delle scelte difficili, ma anche di essere sicura che gli italiani lo capiranno.

Durante l’intervento ha affermato anche di voler governare pensando non al consenso imminente, ma a come i posteri la ricorderanno. Se tutte le discussioni intorno alla legge di bilancio sembrano dimostrare il contrario – e un po’ tutti sanno che dei consensi non ce ne si può fregare – è anche vero che un contesto così tortuoso e pieno di trasformazioni rappresenta una grande opportunità̀ per chi vuole passare alla storia. 

La giovane studentessa della Garbatella, appassionata di Tolkien e divenuta il primo presidente del consiglio donna della storia italiana, ha l’opportunità di farlo. Le giravolte sul POS e il condono penale non fanno sicuramente bene alla figura della donna coerente che è riuscita a creare. Magari si capirà che è meglio non spararla troppo alta per poi tornare indietro con la coda tra le gambe. 

Stravolgerà̀ di nuovo i pronostici o sarà lei stessa travolta? Il suo vecchio amico Berlusconi, fischiato dalla base, proverà a farla inciampare? Ai posteri l’ardua sentenza.

Scritto da Francesco Intraguglielmo


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