Taylor Swift: un fenomeno politico

di Fornito Emanuele
6 Min.

Tutti avranno sentito parlare almeno una volta di Taylor Swift, la cantante miliardaria originaria del Tennessee che, dall’uscita di Fearless nel 2008, ha vissuto una carriera in continua ascesa, collezionando quattordici Grammys e infrangendo ogni record. Swift è stata, infatti, con il suo The Eras Tour, protagonista del tour mondiale che ha incassato di più nella storia, oltre ad essere l’artista solista con più settimane al vertice della classifica Billboard 200. Ma cosa c’è di politico dietro Taylor Swift?

Un personaggio tanto amato quanto odiato

Taylor Swift è indubbiamente tra le star più seguite ed ascoltate, in particolar modo oltreoceano, dai giovani e non solo, tanto da avere fanbase fedeli che hanno assunto il nome di Swifties. L’artista, da 283 milioni di followers su Instagram, ha dunque un bacino d’utenza ampissimo, che, oltre ad un’ingente risonanza mediatica, le ha dato la possibilità di assumere una forte capacità di influenza. Swift è, infatti, per milioni di persone un idolo, ed essi sono pronti a difenderla e sostenerla nonostante tutto.

La sua fama, tuttavia, è arrivata al centro delle discussioni politiche, tanto da essere ormai un personaggio spartiacque tra le due fazioni contrapposte statunitensi, i Democratici e i Repubblicani, in corsa quest’anno alla Casa Bianca.

Tra gossip e teorie del complotto

La fama di Swift ha subìto uno slancio nell’ultimo periodo grazie al gossip che la star ha creato attorno a sé quando, al Super Bowl dello scorso anno, ha ufficializzato la sua relazione con Travis Kelce, militante nei Kansas City Chiefs, attirando su di sé un’attenzione non più prettamente femminile, ma anche maschile.

©Patrick Smith/Getty Images (vox.com)

Nonostante ciò, a generare odio nei confronti della star è stata sicuramente la sua esposizione politica, a favore dei Democratici (e non a caso la maggioranza dei suddetti Swifties appartiene a questa corrente). Swift, in più occasioni, ha infatti sostenuto pubblicamente il partito, finendo al centro di una teoria complottista che la vedrebbe in funzione al volere del Pentagono di favorire la presidenza dei Democratici.

Cosa rappresenta Taylor Swift?

Al di là delle solite teorie vittimiste e populiste di destra, che cercano la creazione di un nemico esterno per rendere più coeso il proprio gruppo, ciò che rappresenta Taylor Swift non è di certo quello che molti (soprattutto i suoi fan) vorrebbero.

Difatti, come molti hanno notato (ed è uno dei motivi di un crescente odio nei suoi confronti), il suo personaggio è rappresentativo di una classe che non ha problemi a spendere centinaia di dollari in un concerto o usare il proprio jet privato per una tratta di 13 minuti (e per questo la stessa cantante è finita nel mirino degli ambientalisti), dunque ben lontana dal popolo maggioritario statunitense. Alcuni imputeranno quest’odio ad invidia, altri lo riteranno giusto e altri ancora irrilevante.

Dal canto nostro, esposto un quadro generale della situazione, vorremmo piuttosto concentrarci su un argomento di reale rilevanza ed importanza.

Una questione etica

Taylor Swift è un personaggio che, senza dubbio, utilizza il suo grande seguito per questioni politiche: nel 2018, quando sostenne, senza successo, Phil Bredesen (democratico) alla corsa per il governo dello Stato del Tennessee, e poi nel 2020, sostenendo pubblicamente Biden ed Harris. Fin qui, nulla di strano. Risale al 2023, però, un evento “controverso”, quando, attraverso una Instagram story, Swift è riuscita ad indirizzare più di 35000 persone verso un’organizzazione non-profit per registrarsi al voto, aumentando il flusso del sito del 1266%, con un aumento del 115% di registrazioni al voto da parte della fascia 18 anni. E i “timori” di un possibile condizionamento crescono in vista delle presidenziali 2024.

A questo punto ci domandiamo: al di là della bontà degli ideali promossi, è davvero giusto e democraticamente sano che un personaggio, appartenente ad una classe esclusiva e sostanzialmente in balìa (come il suo compagno Kelce) delle grosse multinazionali che la pagano per sponzorizzare i propri marchi, abbia un potere tale da influenzare politicamente migliaia di persone che formano un seguito (spesso disinteressato criticamente alla politica) disposto ad assecondarla pedissequamente nonostante tutto?


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